giovedì 2 aprile 2009

Meltdown G20 - London


Londra, 1 Aprile 2009.
Manifestazione al G20, noi c'eravamo!

Nei giorni precedenti l'evento i giornali dichiaravano lo stato d'allerta nella capitale "città blindata", "Londra paralizzata dalle imponenti misure di sicurezza".
In realtà appena arrivati ci siamo chiesti se non avessimo sbagliato giorno, tutto scorreva regolare, la gente non sembrava curarsi di quello che stava succedendo e qualcuno neanche lo sapeva cosa stava succedendo...
Ci abbiamo messo quasi due ore per trovare la manifestazione, e quando finalmente l'abbiamo trovata i nostri piedi erano già in fiamme.
Comunque c'eravamo, e ci siamo stati fino alla fine.

Abbiamo incontrato i manifestanti in festa "in the belly of the beast" cioè nella pancia della bestia, ovvero nel bel mezzo della City, il quartiere bancario londinese. Proprio dove è successo il casino, dove la polizia era più numerosa e i gruppi anarchici più attivi e incazzati. Ma l'atmosfera era di festa, colori e musica ovunque, strani personaggi in maschera, striscioni di protesta e nuguli di poliziotti.









"The Green Horseman
Il Cavaliere Verde"




"V for Vendetta
c'era anche lui!"


"Petrusco - un ottimo fotografo che vive a Brighton in maschera per una performance"






Insomma eravamo li che cercavamo di capire come si stesse svolgendo la cosa, ma mancava qualcosa.
Eppure era tutto al suo posto, il popolo da una parte, la polizia a fare cordone davanti alle banche, cori, canti e striscioni.
Ma mancava qualcosa, ma cosa?

Ci siamo addentrati dove la folla si faceva più densa, avvicinandoci pian piano ai palazzi delle banche. E' stato qui che ci è quasi volato addosso un poliziotto...



In pratica era rimasto isolato in mezzo alla massa, il suo capitano dall'alto gli ha gridato un ordine e il povero sbirro si è catapultato sopra le transenne per cercare di mettersi in salvo.

"Enjoy your spectacle
goditi lo spettacolo"


Dopo aver evitato un paio di uova e bombe di colore (le uniche armi che i manifestanti avevano) abbiamo continuato a spingere e spingerci verso la testa del corteo, ancora con l'impressione che mancasse qualcosa...
E qui è successo! Abbiamo partecipato allo sfondamento del primo cordone di polizia e spinti dalla marea umana ci siamo ritrovati a un passo dall'entrata della Royal Bank of Scotland, fianco a fianco con i manifestanti più convinti.
Si, lo sappiamo cari genitori, avevamo promesso di stare lontani dai punti caldi, ma a trent'anni suonati si può anche disubbidire, soprattutto vista la portata dell'evento :)

"In prima linea"


"L'entrata della Royal Bank of Scotland"


"Anarchico rampante"


Qui siamo rimasti per circa un'ora tra gli spintoni di entrambe le fazioni; la polizia restava inamovibile, la loro tattica era di impedire ai vari cortei di confluire in un'unica grande manifestazione.
Ma nessuno si è scoraggiato e tra lanci di scarpe e al grido di "our streets!" (le nostre strade) è stato sfondato anche il secondo cordone.
A questo punto, forti della vittoria e arrabbiati, gli anarchici sono arrivati alle vetrate della banca e sono riusciti a sfondarle.
Dobbiamo ammettere che per un attimo ci abbiamo creduto davvero all'esproprio proletario, riprendere i soldi direttamente dalla banca.
La polizia ha lasciato fare per qualche minuto, poi è arrivata la cavalleria che era in attesa dietro l'angolo, e ci hanno respinti indietro isolando definitivamente l'area.
Perchè l'organizzazione militare era perfetta, ed era proprio questo che mancava ai manifestanti: organizzazione e comunicazione!
Noi siamo abituati ai cortei organizzati, con i gruppi studenteschi, i lavoratori e i sindacati. Perchè della sinistra italiana si può dire di tutto, ma almeno le manifestazioni le sappiamo fare, vedi Social Forum di Firenze...
Qui invece era più tutti insieme ma ognuno per sé. Non c'era un coordinamento, non si sapeva cosa stava succedendo in altre parti del corteo e della città.
Tanto per capirsi, l'unico gruppo "organizzato" erano gli anarchici.

"a sinistra si nota il famoso vetro sfondato"


E' così che la polizia è riuscita a circondare la zona e isolarci dal resto della città. In pratica ci siamo trovati rinchiusi per quasi tre ore in quattro strade completamente bloccate da una quantità incredibile di poliziotti in tenuta anti-sommossa.
Tre ore senza acqua, senza possibilità di comprare cibo e senza un gabinetto. Quest'ultimo inconveniente è stato risolto pisciando tutti sui portone di un'altra banca che era nelle vicinanze. Probabilmente una banca minore perchè lasciata alla mercè dei manifestanti.
Per fortuna noi siamo stati previdenti ed eravamo carichi di acqua, panini e sigarette..
Eravamo circondati, senza poter uscire da quel circolo di strade e senza che nessuno da fuori potesse entrare a rimpolpare le fila dei manifestanti.
E qui si è vista tutta la disorganizzazione, nessuno sapeva che fare. Gli inglesi, da buoni inglesi, hanno risolto sedendosi a terra, alzando il volume dei loro stereo e iniziando a bere birra.
Noi, che abbiamo inevitabilmente pensato a Genova ci siamo sentiti persi.
Ma senza farsi prendere dal panico abbiamo raggiunto un gruppo che spingeva per uscire da quella trappola e abbiamo iniziato a spingere al grido di "push them back!"
Finalmente il cordone di sicurezza ha ceduto e tra applausi e grida siamo riusciti a uscire concedendoci un caffè e una pausa gabinetto!

"Il cordone ha ceduto, i poliziotti si spostano per farci passare"


Eravamo salvi.
Salvi ma fuori dal corteo senza la possibilità di rientrarci, a meno di non forzare il cordone di nuovo, ma non ci è sembrata una cosa intelligente da fare....
Ci siamo ritrovati così a girare nei dintorni della zona calda, lontano dai pericoli ma con un certo disappunto. La città era piena manifestanti che, come noi, non potendo più tornare indietro, si sono ritrovati a non saper bene cosa fare.





Subito fuori dalla "trappola" ci siamo resi conto di quanta polizia stesse confluendo sul posto. Erano decisamente più dei manifestanti!
Ci siamo arresi all'evidenza: la manovra della polizia era perfetta.
Isolavano sempre più i pochi manifestanti rimasti all'interno creando nuovi sbarramenti e riducendo l'area. Probabilmente è a questo punto che ci sono stati gli scontri più sanguinosi con manganellate e ferite varie.

Stanchi e un pò delusi ci siamo avviati verso Trafalgar Square, dove un giornalista ci aveva detto esserci ancora manifestanti attivi (anche ai giornalisti era vietato l'accesso), ma arrivati qui era tutto finito, erano le 17 e forse gli inglesi erano andati a prendersi il tè o a riempire qualche pub...
Seduti sulle belle scalinate della piazza abbiamo ripensato a tutto, tirando le nostre conclusioni e immaginando cosa scrivere su questo evento.



Una cosa è certa, se ci sarà una rivoluzione non inizierà dagli Inglesi. Potranno essere una buona forza dirompente in caso di scontri, ma non facciamogli fare i rivoluzionari, per quello è meglio un Argentino col basco o un Indiano con gli occhialetti tondi.

Hasta Siempre

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Ciao carissimo Simone, ho appena letto dell'avventura a Londra! posso immagginare quante sensazioni ed emozioni diverse si possono provare in questi contesti!
Ti sei tagliato i capelli? sei un pò diverso, ma rimani sempre il nostro caro Simo...ci manchi tanto.
Un abbraccio forte da Raffaele e Cinzia, speriamo di rivederci presto. Saluti per Laila

Anonimo ha detto...

fa schifo ma che immagini sono e a noi nn interessano quelle due persone